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Nato a Ciminna il 1° nov. 1617 a sedici anni è già a Palermo allievo dello Studium gesuitico, si laurea in sacra teologia a Catania nel 1640 e, ritornato a Palermo, si dedica alla pittura avvicinandosi ai modi di Pietro Novelli e dei pittori fiamminghi. Prima del 1647 per la chiesa cittadina di S. Nicolò alla Kalsa dipinge “I Fondatori di Religioni”. Rientrato in patria tra il 1658 ed il 1660 è qui che lascia le prime testimonianze della sua attività artistica.

Nella Matrice di Ciminna “I Diecimila Martiri”, opera eseguita non dopo il 1668, illustra il martirio dei Santi Acacio ed Eliade (Martiri del monte Ararat) che con i compagni vinsero i nemici essendosi convertiti alla fede in Cristo ma che, per questo, furono massacrati dai propri stessi re, ispirandosi al Poema Sacro del Potenzano. Il grande dipinto è collocato presso l'abside meridionale (Cappella del Sacramento) della chiesa e le fa da pendant Il privilegio di S. Gregorio Magno che dipinse entro il 1680 per la Cappella di S. M. Libera inferni (cappella patronale della sua famiglia). Quest'ultima tela è inserita in una cornice a stucco, verosimilmente eseguita dal giovanissimo Giacomo Serpotta su disegno di don Paolo Amato nipote del nostro pittore. I due quadroni completano il progetto decorativo dell'intera zona absidale della chiesa iniziato nel 1622 con la decorazione livolsiana della tribuna maggiore. Nella stessa chiesa gli si è attribuita la tela della Maddalena e l'Arcangelo datata 1671 commissionata da don F. Catania, tela dove pur con rimandi alla Maniera, più forti sembrano i richiami alla cultura fiamminga.

Conservate nella chiesa di S. Francesco d'Assisi, due delle prime tele ciminnesi: S. Nicolò di Mira (1662) ed il Martirio dei Santi Crispino e Crispiano (1663); provengono dalla chiesa di S. Pietro (Purgatorio). Con esiti diversi attestano rimandi al Novelli e un'attenzione all'ambiente della Maniera testimoniando ottime capacità compositive ed una raggiunta maturità tecnica nel sapiente uso di impasti cromatici di matrice fiamminga.

Nella chiesa di S. Domenico si conservano due tele dedicate ai santi dell'Ordine, Santa Caterina da Siena riceve le stimmate (1667) e I Santi Pietro e Paolo che affidano a San Domenico la missione della predicazione (attribuita 1680-87). La prima risente ancora delle lezioni del Novelli mentre la seconda pur con rimandi alle grandi tele della Matrice appare attenta alla vena classicista della cultura di matrice romana che ispirava la pittura palermitana.

A S. Francesco di Paola si conserva forse la prima delle opere ciminnesi, l' Annunciazione di M. V., fortissimi i rimandi al Novelli, forse si tratta della copia/rielaborazione di un perduto dipinto del maestro che, anche la figlia del Monrealese replica per la chiesa di S. F. Saverio a Palermo.

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