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Le Iniziative direttamente promosse (IDP) sono lo strumento più immediato e diretto che collega il territorio e i soggetti che ne sono espressione alla Amministrazione Regionale dei Beni Culturali.

Per tale ragione, di anno in anno, le IDP sono anche la cartina al tornasole dello stato dell’arte: da un lato le scelte dell’Amministrazione centrale che seleziona le proposte e dall’altro la progettualità che viene dal territorio. Passati al filtro di una valutazione tecnico scientifica e di opportunità strategica, l’Amministrazione assume e cura direttamente la realizzazione dei progetti, avvalendosi di responsabili del procedimento del Dipartimento, il cui apporto deve garantire la procedura amministrativa, inoltre attuando tutto ciò che concorra a potenziare i progetti sul piano culturale. Naturalmente la dinamica virtuosa non esclude contingenze varie, quali le ristrette disponibilità economiche o le incalzanti scadenze temporali che possano agire da distrattori. 

Tuttavia quando il progetto “apprezzato” dall’Assessore, proviene da un soggetto esterno istituzionale e ampiamente rappresentativo di una intera comunità, quale è un Comune, si determinano le condizioni ottimali per la realizzazione di una produzione culturale incisiva e di valore.

È il caso di Francesco Gigante, n pittore cimminese che, apprezzato e varato dall’Amministrazione regionale, consente alla comunità di Ciminna di accrescere e di socializzare la consapevolezza del proprio patrimonio storico-artistico, proseguendo in un percorso che costantemente impegna il ferratissimo drappello di studiosi locali nella azione di recupero delle testimonianze artistiche, documentali, materiali e immateriali della storia di Ciminna.

Sul piano della storia in senso lato, incluse cultura e arte, Ciminna è un luogo emblematico della prerogativa tutta italiana che ha determinato la centralità culturale del nostro Paese in tutte le epoche, dal Gotico, al Rinascimento al Manierismo al Barocco: il dialogo osmotico, fra città e territorio, nel caso in specie, fra Palermo capitale e Ciminna centro feudale, è alla base della straordinaria produzione culturale manierista e barocca a Ciminna in età moderna, dalla statuaria di Antonello Gagini, alla tribuna dei Li Volsi in chiesa Madre, alla pittura fiammingo novellesca, alla monumentale pittura tardo barocca, da Filippo Randazzo a Vito D’Anna. Come in più occasioni ha dimostrato il compianto Giuseppe Giarrizzo anche in Sicilia il fenomeno delle corti feudali fu al centro della ricchezza e varietà della produzione di cultura figurativa. Dai Branciforte ai Moncada, questi ultimi che pure furono signori di Ciminna, seppure in epoca tardo medievale, le committenze e il mecenatismo fecero viaggiare le opere e gli artisti dal centro al territorio con la dinamica del dare e avere. Dalla proprietà fondiaria traggono forza le elites feudali che la ostentano nelle grandi committenze nella capitale senza trascurare il territorio di provenienza che nutre la loro identità. La medesima fisiologia pervase le grandi famiglie degli ordini religiosi.

A Ciminna tutto ciò si associa a una specificità del tutto locale che in età barocca pone la cittadina come luogo d’origine di alcune dinastie familiari, quali gli Amato e i Gigante, questi ultimi oggetto di studio in questo volume, che nella diversificazione della loro adesione ai linguaggi artistici, dalla pittura all’architettura, alla musica, alla trattatistica, fra Ciminna, Palermo e Roma, realizzarono quella unità delle arti che fu alla base della estetica barocca.

Nel connettere insieme ricerca archivistica e storico artistica, esecuzioni di musica del tempo, itinerari museali nel tessuto urbano e talk aperti alla cittadinanza, la IDP “Francesco Gigante. Un pittore cimminese 1617/2017”, determina un approccio completo e diversificato ad un tema prettamente culturale, raggiungendo l’importante obiettivo di una partecipazione ampia e articolata che coinvolge operatori, fruitori, esperti e associazionismo locale.

L’idea progetto scaturita nel 2017, per i quattrocento anni dalla nascita del pittore , articolata nelle attività svolte nel secondo semestre del 2018, trova nel presente volume di studi pieno compimento, nel contempo ricco di spunti per il prosieguo e per nuove ricerche.

Il Responsabile unico del procedimento

Evelina De Castro

Direttore del Polo Regionale di Palermo

per i siti culturali

Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis

Con grande piacere presentiamo il pregevole lavoro di Arturo Anzelmo. Si tratta di uno studio accurato, voluto dall’Amministrazione Comunale da me presieduta,  nel quadro delle attività di promozione culturale che, in prima istanza, è tesa a  valorizzare quello «straordinario patrimonio d’arte fortunatamente pervenutoci, cosi rilevante […] per quantità quanto per qualità».

Il valore di questa ricerca non è solo documentaristico, dal libro infatti, emerge un pezzo della nostra storia; per tali motivi ci si è impegnati in una tenace opera di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e archeologico quali esempi concreti della volontà di trovare quelle radici che servano e diventino occasione di rilancio sociale ed economico.

Ciminna continua a svelare la sua storia e continua a darci occasione di apprezzare quanto, quasi inavvedutamente, ci sta continuamente sotto gli occhi eppure non conosciamo.

Se dunque il rapportarsi con l’esterno appare una possibile chiave di lettura per spiegare anche il perché di quel “Palermu lu nicu” (epiteto che, secondo il Graziano, Ciminna si meritò in passato) spero che azioni come questa, studiare e mostrare l’opera di un grande ciminnese che con l’esterno seppe rapportarsi fin dalla prima giovinezza, sia ancora un modo di mantenere alta quella prassi sociale che fece grande il nostro centro.

La figura di don Francesco Gigante, che pur nell’avarizia delle fonti, qui è tratteggiata, viene messa in rilievo ponendo attenzione alla sua lunga permanenza in città dove viene a contatto con gli ambienti più esclusivi del mondo culturale e viene esaltata (unitamente a quella del fratello don Santo) costituendo nella continuità quel fertile humus da cui emergono le figure di altri due fratelli ciminnesi, don Vincenzo e don Paolo Amato loro nipoti, veri “giganti” della cultura musicale e architettonica della Sicilia barocca.

Mi auguro che questa pregevole pubblicazione possa riuscire a convincere anche i più scettici che il patrimonio culturale di Ciminna è davvero immenso e merita tutte le attenzioni e il rispetto delle Istituzioni; da parte nostra abbiamo fatto tutto quanto nelle nelle nostre possibilità Con l’augurio per il Lettore che queste pagine possano produrre un meraviglioso senso di appartenenza ad un luogo con radici così profonde e pre ziose. Sono grato all’amico Arturo Anzelmo per avere contribuito con questa opera a svelare un personaggio importante del nostro paese così ricco di tra dizioni, di arte, di religiosità. Quest’opera quindi è indubbiamente un arricchimento per l’intera citta dinanza.

Vito Filippo Barone

Sindaco del Comune di Ciminna

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Iniziative Direttamente Promosse - 2018

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